acquerelli / watercolors
acquerelli / watercolors
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"Mentre sistemava la stanza, che lentamente cominciava a prendere forma, si rese conto che per molti anni, senza neanche accorgersene, come un segreto di cui vergognarsi, aveva nascosto un'immagine dentro di sé. Un'immagine che sembrava alludere a un luogo, ma che in realtà rappresentava lui. Era dunque se stesso che cercava di definire, via via che sistemava lo studio." (Stoner, di John Williams) "As he worked on the room, and as it began slowly to take a shape, he realized that for many years, unknown to himself, he had had an image locked somewhere within him like a shamed secret, an image that was ostensibly of a place but which was actually of himself. So it was himself that he was attempting to define as he worked on his study." (John Williams, Stoner)
"Mentre sistemava la stanza, che lentamente cominciava a prendere forma, si rese conto che per molti anni, senza neanche accorgersene, come un segreto di cui vergognarsi, aveva nascosto un'immagine dentro di sé. Un'immagine che sembrava alludere a un luogo, ma che in realtà rappresentava lui. Era dunque se stesso che cercava di definire, via via che sistemava lo studio." (Stoner di John Williams) "As he worked on the room, and as it began slowly to take a shape, he realized that for many years, unknown to himself, he had had an image locked somewhere within him like a shamed secret, an image that was ostensibly of a place but which was actually of himself. So it was himself that he was attempting to define as he worked on his study." (John Williams, Stoner)
"Mentre sistemava la stanza, che lentamente cominciava a prendere forma, si rese conto che per molti anni, senza neanche accorgersene, come un segreto di cui vergognarsi, aveva nascosto un'immagine dentro di sé. Un'immagine che sembrava alludere a un luogo, ma che in realtà rappresentava lui. Era dunque se stesso che cercava di definire, via via che sistemava lo studio." (Stoner, di John Williams) "As he worked on the room, and as it began slowly to take a shape, he realized that for many years, unknown to himself, he had had an image locked somewhere within him like a shamed secret, an image that was ostensibly of a place but which was actually of himself. So it was himself that he was attempting to define as he worked on his study." (John Williams, Stoner)
Uscire dal bagno. Spegnere la fiamma, il caffè è pronto. Vapore alla finestra. La casa ancora dorme. Chiudere la porta dietro di sé. Le mie scarpe nere nella nebbia bianca. Ancora caffè. Tazzine che scivolano nel lavello. Vapore di macchina e strappi di bustine di zucchero. Il "tin" della cassa del bar. Nuvole di "buongiorno" nella luce gialla della sala di legno. Ancora nebbia. Strada. Ombre. Sono arrivato a lavoro.
Azioni normali in giorni normali. Un uomo normale in un tempo che scorre nell'orologio. Nel silenzio dei movimenti conosciuti, quelli automatici, di quando ci si veste, si cammina in strada, si va a lavoro, nella linea retta dei giorni, lì insieme all'uomo, l'artista sente e osserva in silenzio, seduto negli occhi.
Di sera, solo di sera, quando la borsa con le carte dell'ufficio resta sul divano e gli abiti sono appesi alla porta per il mattino successivo, l'artista scende al suo studio, si siede al suo tavolo e sistema le immagini.
Qui, sopra al tavolo dello studio, le immagini del tempo normale, quelle incontrate nella strada, in una stazione, in un bar, dentro a un giornale, emergono nere dal foglio bianco. Emergono come pozze scure che sfumano ai bordi e dove l'acqua è più profonda il nero si fa più denso. Emergono vive e sole. Frammenti di incontri, immagini che non si conoscono tra loro eppure si chiamano, si guardano, si interrogano.
Getting out of the bathroom. Turning off the flame, the coffee is ready. The windows are steamed up. The house is still sleeping. Closing the door behind me. My black shoes wrapped in white fog. More coffee. Cups ending up in the sink. Steam coming out of the coffee machine and noise of ripped sachets. The ringing of the bar register. Good morning clouds in the yellow light of the wooden room. More fog. Streets. Shadows. I've arrived at work.
Ordinary actions in ordinary days. An ordinary man running out of the time ticking in the clock. In the silence of well-known movements, the automatic movements, when you get dressed, you walk down the streets, you go to work, in the never-changing daily routine, the artist and the man feel and observe, silent, sitting in other people's eyes.
At night, and only at night, when the work bag full of papers lies on the couch and the suit is hanging on the door waiting for tomorrow, the artist hides downstairs in his studio, sits at his desk and puts images in their order. Here, on his desk, the ordinary images he has seen in the street, at a station, at a bar, on a newspaper, emerge like black marks on a white sheet. They emerge like dark pools with blurred edges, and in the deepest water the dark gets even darker. They emerge, alive, alone. Fragments of meetings, images that do not match with each other; and yet, they call, look at and question each other.
Un elefante cammina verso di noi, un cacciatore guarda in alto, una donna ci scruta o fissa il proprio amore dritto dentro una fine.
Immagini intrappolate in un foglio, rapite al tempo normale che corre nell'orologio del giorno e fatte rivivere nel perimetro di una notte.
Queste immagini scrutano l'intorno, parlano di sé e cercano risposte da chi le osserva. Vogliono sapere chi sono, da dove vengono, perché l'artista le ha svegliate da un tempo inconsapevole e le ha liberate in un foglio bianco senza dire loro il quando, il dove e il perchè. L'artista ha fatto uscire da sé immagini incontrate nel giorno invischiato di ricordi lontani, ma non le vuole con sé, non le vuole per sé.
Carte bianche e vibranti sagome nere di luce guizzante. Qualcosa si riconosce e si incontra di nuovo: un'anonima solitudine che sa di vitale familiarità.
L'uomo si spoglia del giorno e l'artista deposita nella notte.
Ma ecco che la notte si riveste di luce, l'artista rientra nell'uomo e seduto nei suoi occhi è di nuovo in strada a rapire sagome nere nella nebbia bianca del giorno.
An elephant walks towards us, a hunter looks above his head, a woman peers into us or into his love, right through an ending.
Images trapped in a sheet of paper that were stolen from the ordinary time that runs out of a clock and that are given new life at night. Such images peer into their surroundings, express themselves and seek answers from their observers. They want to know who they are, where they come from, why the artist awoke them from unawareness and set them free on a white sheet of paper, without explaining the when, the where nor the why. The artist let the images he saw during the day get out of himself; the day was filled with distant memories, yet he does not want these images to stay with him nor he wants to keep them for himself. White and vibrant paper, black shapes of flashing light. Something becomes clear and is found again; it's an anonymous solitude that reminds of vital familiarity. The man takes off his day, and the artist puts it on at night. But suddenly the night takes on the light, the artist comes back inside the man and sits in his eyes, in the streets again, trying to steal black shapes from the white fog of the day.
Solitude 2015 acquerelli, serie 25 pezzi. Mostra personale: Galleria dA.Co., Terni IT 31 gennaio 2015, curatela e testo: Valentina Gregori. 2015 watercolors, series 25 pieces. Solo show: Galleria dA.Co., Terni IT january 31st 2015, curated by Valentina Gregori.
Solitude 2015 acquerelli, serie 25 pezzi. Mostra personale: Galleria dA.Co., Terni IT 31 gennaio 2015, curatela e testo: Valentina Gregori. 2015 watercolors, series 25 pieces. Solo show: Galleria dA.Co., Terni IT january 31st 2015, curated by Valentina Gregori.
Solitude 2015 acquerelli, serie 25 pezzi. Mostra personale: Galleria dA.Co., Terni IT 31 gennaio 2015, curatela e testo: Valentina Gregori. 2015 watercolors, series 25 pieces. Solo show: Galleria dA.Co., Terni IT january 31st 2015, curated by Valentina Gregori.
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Solitude 2015 acquerelli, serie 25 pezzi. Mostra personale: Galleria dA.Co., Terni IT 31 gennaio 2015, curatela e testo: Valentina Gregori. 2015 watercolors, series 25 pieces. Solo show: Galleria dA.Co., Terni IT january 31st 2015, curated by Valentina Gregori.
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Selezione Progetti / Selected works
Around the portraitProgetto in corso / Ongoing project
Solitude2015 acquerelli / watercolors
La luce delle ombre2012-2013 olio su carta / oil on paper
/Solutsjo’ni/ per l’uso2012 acquerelli / watercolors
Uomìni2010-2011 acquerelli / watercolors
Family (society) suicide2009 installazione / installation
Families2007-2009 pastelli a olio su carta / oilbars on paper
Clan-destini2003 acrilici su tela / acrylics on canvas
Matteo Quinto ©2002-2024
studio: p.ta Ottolini, Verona IT
info@matteoquinto.com
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